Se oggi chiedessi quali fossero le vostre paure quando vi trovate insieme ad una donna che vi interessa, non verrebbero fuori più di 5 mostri sacri o paure ricorrenti che si presentano puntualmente ogni qual volta volete iniziare a giocare con qualche fanciulla.
A dir la verità si tratta di fesserie, fermare una ragazza per strada o al bar, sapere cosa dire durante una conversazione, dove portarla durante il primo appuntamento, sapere cosa ne pensa di voi, chiederle se è fidanzata, insomma tutte cose che a mente lucida chiunque di noi sarebbe in grado di gestire senza alcun problema.
Uno su tutti però, una percentuale esagerata di uomini fa davvero fatica a superarlo.
Tutta colpa delle strutture mentali con cui purtroppo molti convivono e che li portano a vedere semplicissime operazioni, come autentiche imprese titaniche, impossibili da superare.
L’idea è questa, il nostro cervello è abituato a gestire le attività quotidiane in routine. Maggiore è l’abitudinarietà, maggiore diventa l’abilità nell’esercitare quella determinata attività.
Bere una tazza di caffè, guidare, chiacchierare a tavola con amici, svolgere la nostra attività sportiva preferita sono tutte attività che compiamo senza neppure pensarci.
Tutto fila liscio, siamo abituati da anni a fare queste cose e diamo per scontato avere successo in queste banali attività.
Prima di muoverci il nostro cervello elabora tutta una serie di reazioni esterne possibili e contemporaneamente configura tutta una serie di eventuali risposte a questi fenomeni esterni.
Tutto in automatico, tutto con una semplicità disarmante.
Poi arrivano alcune cose su cui molti tendono sfortunatamente ad inciampare. Proprio come da neonati facevano quando poggiavano i primi passi per le stanze della propria casa.
Chiedere il numero di telefono ad una ragazza non è, e non dovrebbe essere considerato un problema. Non dovrebbe destare motivo di preoccupazione nel modo più totale ed assoluto eppure ancora in troppi continuano a convivere con questo fastidioso spettro.
Ma cerchiamo di capire cosa succede in questa classica situazione, in modo da vedere di uscirne una volta per tutte.
Il timore di come chiedere il numero di telefono, nasce dalla struttura mentale che regola l’immagine di noi stessi che vogliamo dare agli altri.
Se le chiedo il numero di telefono, lei penserà che ci sto provando con lei.
Questo è uno di quei pensieri che interviene nei momenti antecedenti alla domanda e che blocca moltissimi uomini prima di fare la propria mossa.
Il problema è evidente, non si tratta tanto di chiedere il numero di telefono, la vera questione è quella di evitare di inviare messaggi negativi con il nostro corpo.
Molti tendono a concentrarsi sul linguaggio verbale per risolvere il problema, illudendosi che una frase particolare possa rivelarsi efficace ed al tempo stesso evitargli figuracce o insuccessi.
In realtà la questione è più intricata di quanto potrebbe sembrare.
Il nostro successo dipende dalle emozioni che suscitiamo nelle persone che ci circondano.
Così come ci sono persone che stanno simpatiche “a pelle” a chiunque, esistono uomini che risultano attraenti “a pelle”, A PRESCINDERE CHE SI TRATTI DI PERSONE BELLE O BRUTTE.
Giusto per aiutarvi a comprendere meglio la questione, provate ad immaginare una persona che trovate di una simpatia irresistibile e riflettete bene su quali siano gli elementi che vi portano a considerarla così simpatica.
Il motivo che vi porta a considerarle così piacevoli e divertenti è legato più al loro modo di porsi e di parlare che delle cose che dicono effettivamente.
Ne abbiamo già parlato in passato.
Non esistono storie divertenti, esistono modi divertenti di raccontare storie.
Chiedere il numero di telefono di per sè non è difficile. Io stesso, quando mi capita di farlo dico semplicemente: “dammi il tuo numero”.
A volte, è più la paura che la donna si rifiuti di dare il suo numero, a bloccare certe persone, che l’effettiva paura di chiederlo.
L’incubo di riecevere un rifiuto influisce in modo piuttosto determinante sul nostro comportamento e bisogna imparare a sconfiggerlo dentro la propria testa, per riuscire ad evitare che ci capiti nel futuro.
Uscendo tal volta con dei clienti, durante le prime uscite, ogni volta mi capita di vedere nitido come l’acqua il peso dell’esitazione prima di fare questa semplice ma fondamentale richiesta.
Un buon modo per superarla può essere quello di chiedere prima l’indirizzo email e farselo scrivere su un foglio di carta, con la scusa di inviare qualche file particolare, e poi farsi aggiungere anche il numero nella riga successiva.
Se avete un cellulare particolarmente bello probabilmente la donna con cui siete potrebbe prenderlo in mano per guardarlo da vicino ed a quel punto vi basterebbe dirle di aggiungere il suo numero di telefono. Ma è chiaro che si tratta di banalissimi escamotages.
Voglio dire, è importante capire che le paure a volte, possono portarvi a vivere emozioni forti, ma è altrettanto fondamentale comprendere che nella stragrande maggioranza dei casi queste stesse emozioni, non vengono sentite IN ALCUN MODO dall’altra parte.
Se per voi chiedere il numero di telefono è fonte di preoccupazione, per la donna si tratta di una semplice richiesta come tante altre, specialmente se voi siete i primi a non farla passare per un evento nazionale.
La seduzione è un gioco dove tutti possono vincere se riescono ad imparare a viverlo in modo spontaneo e disinvolto. Se fino ad oggi vi è sembrato tutto tremendamente difficile, il problema non è mai stato all’esterno, ma è sempre stato dentro la vostra testa.
Molti per giustificare i propri insuccessi in campo sessuale tendono a dare la colpa alle donne, al loro modo di scegliere i maschi o alla loro psicologia “complicata”.
Questo a casa mia significa scavarsi la fossa da soli.
Così come per moltissimi uomini sedurre una donna è semplice come fare amicizia al bar, è chiaro che il problema non sono le donne. Se la differenza resta quella tra gli uomini che considerano le donne un problema e quelli che le considerano un piacevole passatempo, il problema a questo punto, è forse quello di decidere a quale categoria appartenere.
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