“Una donna la conquisti quando è lei a voler stare con te, quando è lei a chiedere di stare con te etc…” Ma se una è parecchio timida che non penserebbe assolutamente a chiedermi o a dirmi o a farmi capire che vuole stare con me…io, come so che sono sulla strada giusta? Che la sto portando a farmi davvero desiderare? Qualche volta capita che decidano di passare lo stesso la giornata insieme a te perchè non hanno il coraggio di dirtelo…. In quel caso, ripeto, come faccio?
Il dubbio è assolutamente legittimo, ma a mio avviso dimentichi un elemento fondamentale.
Le persone scelgono il loro modo di porsi nei nostri confronti sulla base di ciò che percepiscono da noi.
E’ una sorta di risposta forzata a ciò che comunichi agli altri.
Giusto per farti un esempio.
Hai davanti a te una donna che ti interessa, vuoi conoscerla, e devi “scegliere” l’atteggiamento da assumere.
Guardando i ragazzi che seguo durante i corsi dal vivo generalmente vedo utilizzare solitamente due modalità principali:
– Cerchi d’impressionare la ragazza – Magari ti atteggi da “macho”, cerchi di farle vedere che sei un uomo che ci sa fare con le donne, le parli del tuo lavoro sperando che a lei interessi, piuttosto che parlarle della cilindrata della tua macchina.
– Cerchi di essere simpatico e disponibile – Quindi arrivi da lei, magari le fai qualche complimento scontato, o le chiedi se ha d’accendere. Fai di tutto pur di farla ridere, le offri da bere, la inviti a sedersi al tavolo dove sei con i tuoi amici.
Nonostante tutto, nonostante siano due stili esattamente opposti, entrambi portano le donne ad un’unica ed inequivocabile reazione.
Si bloccano e rifiutano qualsiasi cosa dica loro, scambiandoti per l’ennesimo uomo banale che ha tentato di provarci con loro.
Molto probabilmente ci sarai passato anche tu in una di queste circostanze. Per quanti sforzi faccia, per quanto cerchi di renderti interessante, per quanto ti sia vestito elegante, in ogni singola situazione in cui hai tentato di approcciare una ragazza, l’unica cosa che ottieni è un costante rifiuto dalla quasi maggioranza delle donne, a prescindere dal luogo in cui ti trovassi. Che fosse un ufficio, un’aula universitaria piuttosto che un bar, poco cambiava realmente.
La scorsa settimana ero con un ragazzo sui 26 anni a Brescia in un caffè del centro molto, molto carino.
Era la prima mattina di un corso in privato e come ogni volta ho bisogno di vedervi “sul campo”, per capire quali possano essere i vostri errori, in modo da correggerli e comprendere il punto da cui partire per trasformarvi in autentici professionisti della seduzione.
Poco lontano dal nostro tavolo, c’erano un paio di ragazze anche loro sui 25 anni, così ne ho subito approfittato per vedere come si muoveva nell’approccio di due perfette sconosciute, sedute al bar e che probabilmente avevano ben altro a cui pensare che a conoscere qualche uomo.
Così fin da subito è emerso il suo tallone d’achille, la sua eccessiva simpatia-disponibilità.
Questo suo modo di interpretare le interazioni, lo portava ogni singola volta a bloccare la ragazza in questione. Tant’è vero che dopo aver fatto qualche chiacchiera, non sapeva come andare avanti nell’interazione, per portarla ad un livello superiore ed è finito per ottenere un nulla di fatto.
Il problema dell’essere disponibili, in realtà non è dovuto tanto all’essere disponibili e cordiali di per sè.
Per dirla tutta la questione è leggermente più profonda è complicata di quanto potrebbe sembrare. Infatti quello che succede REALMENTE quando cerchi di compiacere una donna, è una sorta di estraniazione di te stesso.
E’ un po come se mettessi in modalità “autopilota” il tuo corpo ed impedissi alla tua personalità, ai tuoi stessi DESIDERI di emergere.
Dall’esterno ciò che una donna percepisce, non è un uomo con cui iniziare una conversazione, ma una sorta di automa spersonalizzato che dice delle cose che non interessano nè a lui, nè tanto meno a lei.
Ma a prescindere dall’interesse o meno delle cose che tu possa dire, che contano fino ad un certo punto. Una donna sente istantaneamente che manca quel valore aggiunto dentro di te. Sente mancare quell’insieme di sensazioni che la facciano sentire coinvolta nella conversazione al punto da voler dire ANCHE LEI qualche cosa a riguardo.
Tutto ciò si viene a creare quando dentro di te c’è l’ansia da approccio, quando vedi una bella donna che vorresti conoscere, che tuttavia ti porta a sentirti insicuro, a temere di SBAGLIARE qualcosa. A prescindere che si tratti di “cosa dire” o “cosa fare” per fare colpo su di lei.
Chiamiamolo istinto di autodifesa, è uguale. Percepisci “un pericolo” per il tuo ego e la tua mente entra in una sorta di automatismo ce ti porta a non fare nulla di più di ciò che credi possa essere utile.
Quindi ecco che la cosa più “ovvia” da fare, in queste circostanze diventa, sorridere a 234 denti, fare lo spiritoso, fare domande scontate, piuttosto che raccontare del tuo lavoro.
Una sorta di piano d’emergenza che si attiva ogni qualvolta ti senti in pericolo, quando cerchi di sedurre una donna.
Non dico che si tratti di un “riflesso” del tuo corpo, come potrebbe essere quello di tirare verso di te la mano, cercando di scuoterla il più possibile per farle prendere aria, quando ti bruci con il fuoco, o come potrebbe essere quello di arrossire durante una situazione imbarazzante.
Tutto parte dalla tua mente e dalle strutture che in questi anni hai creato, sulla base delle tue esperienze.
Tu senti di dover compiacere una donna quando vuoi conquistarla e quindi appena decidi di voler sedure una determinata donna, la tua mente innesca questa serie di “procedure” predefinite che, dal tuo punto di vista servono a conquistare una donna.
La cosa curiosa, che mi capita di osservare ad ogni corso è che questa serie di azioni, atteggiamenti e reazioni, le replichi, ogni qual volta ti ritrovi a vivere una situazione simile.
Quindi magari dici le stesse identiche cose, ti muovi nello stesso modo, il tuo viso si muove con la stessa mimica facciale e così via, ogni volta che cerchi di conquistare una ragazza.
Certo questo dipende molto anche dal fatto di non sapere cosa sia necessario fare quando ti trovi con una donna, partendo dal limite di non usare il tuo corpo per comunicare alla tua donna obiettivo, le sensazioni che vuoi farle percepire.
Ma per quanto possa essere scontato, una donna risponde in modo molto diverso, ad UNO STESSO UOMO, a seconda di come lui imposti l’interazione.
Ci sono donne più sicure di loro stesse, che avranno uno stile di interpretare le interazioni particolare, magari daranno un tocco di personalità in più a ciò che faranno in risposta ai tuoi atteggiamenti.
Ma una donna timida, non è timida a prescindere, ci saranno sempre delle persone con cui si sentirà a proprio agio.
E se tu vuoi che la tua donna obiettivo si apra a te, dovrai portarla con il tuo corpo, con la comunicazione non verbale ad aprirsi a te, perchè il suo comportamento e le sue reazioni DIPENDONO solo ed esclusivamente dalle sensazioni che sei in grado di trasmetterle.
Una donna timida, non ha paura degli altri. Ha paura dell’impressione che gli altri abbiano su di lei.
E se posso andare ancora oltre, questa stessa impressione che tu possa avere di lei, viene influenzata costantemente dal tuo corpo. In qualche modo sei tu a farla sentire timida, sei tu che la porti a sentirsi ancora più insicura, mentre potresti farla aprire totalmente, semplicemente creando più empatia ed avendo maggiore contatto fisico.
Ma perfortuna l’unica persona che può avere il controllo del tuo corpo, dei tuoi movimenti e delle sensazioni che puoi comunicare, sia proprio TU e nessun altro.